Azienda
Alterene nasce nei primi anni del 2000, come marchio commerciale di un'azienda operante
nella costruzione di impianti ed apparecchiature elettriche, fondata nel 1956 ed
operante nel settore elettrico, sia industriale che civile, nella automazione industriale
e nella quadristica per distribuzione e controllo.
Un forte interesse verso le energie alternative e la sempre maggior richiesta, da
parte della ns. Clientela, ha portato a creare questa nuova divisione che si occupa
nello specifico del settore fotovoltaico e delle energie alternative in generale.
Negli ultimi anni sono state impegnate risorse finalizzate alla formazione ed alla
crescita tecnica del personale, sia dal punto di vista Progettuale che installativo
e di assistenza post-vendita. A tal fine è stato allestito un apposito comparto
tecnico, in grado di fornire al Cliente, tutti i servizi necessari, dai primi esami
di fattibilità, agli aspetti progettuali e burocratici fino alla garanzia di una
continua assistenza post-vendita.
Tutto questo perché in oltre cinquant'anni di storia, la filosofia aziendale è sempre
stata di essere non venditori di prodotto, ma partner sempre vicini ai propri Clienti.
Una filosofia che ci ha permesso di crescere in competenza e che sta ci stando ottime
soddisfazioni anche in questo nuovo settore applicativo.
i nostri obiettivi
Nella costituzione di Alterene ci siamo posti come principali obiettivi e scopi
aziendali:
- La piena disponibilità per l'informazione e la divulgazione dell'utilizzo delle
energie alternative.
- La formazione e la sensibilizzazione, in particolare verso le nuove generazioni,
delle potenzialità delle fonti rinnovabili, con incontri e corsi didattici.
- La piena disponibilità tecnica e commerciale per soluzioni su siti "sensibili";
scuole, Enti Pubblici, strutture sanitarie, per l'abbattimento dei costi energetici
generali.
I nostri pensieri
Perché il sole
Il sole irradia quotidianamente sul nostro pianeta un'energia pari a 10.000 volte
quella utilizzata da tutta l'umanità, energia che solo in piccolissima parte viene
sfruttata, è disponibile per tutti più o meno abbondantemente in gran parte della
terra.
Lo sfruttamento del sole, può davvero diventare una rivoluzione planetaria, la disponibilità
dello stesso praticamente in ogni luogo del pianeta, lo svincolarsi completamente
da logiche di mercato dei combustibili, la possibilità di localizzare microproduzioni,
possono essere la rivoluzione non solo energetica, ma socio-politica del terzo millennio.
Utopia o lungimiranza
Jeremy Rifkin, nel suo libro "Economia all'idrogeno", profetizza un futuro energetico,
paragonabile alla rivoluzione di Internet, la produzione di energia elettrica, non
sarà più monopolio di pochi, ma si creerà una rete di fruitori e produttori, ognuno
potrà localizzare le produzioni, anche microproduzioni, ed immettere il proprio
contributo in rete.
Questo è possibile solo con produzioni da fonti alternative, fotovoltaico, eolico,
micro idroelettrico. Difficilmente ci potrà essere un piccolo investitore che costruirà
una centrale nucleare!
Lo scetticismo di alcuni, la speranza di molti
I detrattori delle energie alternative, considerano sempre l'utilizzo delle stesse
come una componente di "nicchia", nella totalità della produzione energetica. Forse
proprio perché, come sopra riportato, il sole è "catturabile" da tutti e la cosa
può spaventare. In un sistema finora basato sulla compravendita dei combustibili
fossili, lo sfruttamento dei quali ha prodotto spesso mutamenti politici devastanti,
pensare all'improvviso di "liberalizzare un mercato", può realmente mutare gli equilibri
imposti attualmente da paesi produttori di carbone, petrolio, metano e da tutta
la filiera ad essi connessa.
Fortunatamente ai nostri giorni, la direzione che alcuni Governi stanno intraprendendo
(Italia compresa) è quella davvero di cercare un'alternativa, per migliorare gli
aspetti ambientali ed incrementare l'utilizzo di fonti rinnovabili e disponibili
a molti.
Muoversi verso una spirale virtuosa
Dal punto di vista ambientale molti considerano ancora elevati gli impatti che hanno
alcune produzioni di energia come il fotovoltaico. Nel "bilancio ambientale" si
definisce "energia grigia" quella quota parte di energia necessaria a far sì che
il sistema diventi produttivo, fino ai "costi ambientali" per lo smaltimento finale
o il riciclo dei materiali. Attualmente si considera che in un impianto fotovoltaico
questa energia grigia, corrisponde a circa un 10 %, ovvero considerati 25 anni il
tempo vita medio, i primi 2-2,5 anni sono necessari a "ripagare" il bilancio ambientale,
gli anni successivi diventano realmente ad impatto zero. Paragonato all'impatto
delle fonti attualmente utilizzate in Italia il rapporto è circa 10 a 1 rispetto
al fotovoltaico.
Tutto questo viene considerato allo stato attuale delle cose, ma se facessimo qualche
considerazione sulla spirale virtuosa da innescare, scopriremmo che le energie necessarie
ai processi di produzione, potrebbero essere create con energie derivate direttamente
dal fotovoltaico, o da cicli a impatto vicino allo zero:
sole + acqua + elettrolisi = idrogeno e residui inquinanti praticamente nulli.
Lo stesso potrebbe essere esteso ai trasporti. Ci potrebbe essere, come già sta
avvenendo, una conversione dei sistemi di riscaldamento (responsabili di circa l'80%
dell'energia utilizzata nel settore civile e terziario), con sistemi generati ad
energia elettrica, con la geotermia, o con cogenerazioni ad idrogeno.
Intraprendere pertanto la strada delle fonti rinnovabili, innescherebbe un processo
che potrebbe essere più veloce di quanto si possa pensare, verso una riduzione di
costi ed una riduzione degli impatti ambientali.