impianti fotovoltaici residenziali e condominiali

Perché installare un impianto fotovoltaico in un'abitazione o in un condominio?

Perché grazie ad un impianto fotovoltaico, si può diventare "microproduttori" di energia ed essere in parte "energeticamente indipendenti". Perché quello che fino a pochi anni fa poteva sembrare uno "sfizio" per pochi, senza una logica tra costo d'acquisto e rendimento, grazie al Conto Energia e ad una diminuzione dei prezzi, si è trasformato in un investimento economico, che può avere ritorni molto superiori ad altre forme di risparmio. Perché la crescita virtuosa che ci viene richiesta, è quella di riuscire a mantenere i ns. standard di vita riducendo comunque i consumi e l'inquinamento che abbiamo incrementato e solo con l'utilizzo di energie prodotte da fonti rinnovabili questo è possibile.

Come e dove può essere installato

In ambito residenziale, le installazioni più frequenti sono sui tetti, su pergole esistenti o appositamente realizzate. Nei condomini, vengono sfruttati terrazzi tetti o tetti piani. I moduli possono anche essere installati a terra su apposite strutture.

Condizioni fondamentali sono:

  • l'esposizione, che deve essere rivolta il più possibile a sud sud-est o sud-ovest possono dare comunque ottimi risultati.
  • l'assenza di ombreggiamenti, alberi, edifici limitrofi, ma anche solo comignoli, che possano ombreggiare parte dei moduli, riducendo notevolmente il rendimento totale dell'impianto.

Come viene collegato all'impianto elettrico esistente?

Un impianto nel suo insieme, è costituito da:

  • campo, la parte costituita dai moduli e quindi la più ingombrante.
  • quadri di stringa, che interfacciano le parti di campo all'inverter.
  • inverter, che trasforma la corrente continua in corrente alternata per poterla utilizzare ed immettere in rete.
  • interruttori di protezione inverter, scaricatori di sovratensione, ecc.

A parte il campo, gli altri componenti hanno dimensioni irrisorie per un impianto di tipo residenziale e vengono ubicati o nelle immediate vicinanze del campo stesso (sia all'aperto che all'interno), oppure vicino al quadro generale o al contatore, gli interventi sull'impianto esistente sono praticamente nulli

Quanta energia produce un impianto e come deve essere dimensionato?

L'energia prodotta viene considerata generalmente su base annua, non ha particolare importanza la potenza massima e l'energia massima prodotta, quanto la media considerando le diverse stagioni, le diverse insolazioni ecc..
I fattori che determinano l'energia prodotta sono comunque essenzialmente questi:

  • la potenza: la potenza massima dell'impianto è misurata in kWp (kiloWatt di picco), ed è la potenza che può generare il campo in condizioni di collaudo definite (1000 W/m2 di irragiamento e 25 ° C di temperatura).
  • luogo di installazione: un impianto al Sud Italia produce annualmente il 30-35% in più che al Nord.
  • ubicazione:come condizioni ottimali vengono considerate, l'esposizione a sud e l'inclinazione dei moduli tra i 25 ed i 35 ° sull'asse orizzontale. Come abbiamo già avuto modo di evidenziare non sono comunque tassativi per avere buoni rendimenti.

Per dare valori esemplificativi medi, un impianto da 1 kWp:

  • al Nord Italia produce 1.100 kWh/annui
  • al Centro Italia produce 1.300 kWh/annui
  • al Sud Italia produce 1.500 kWh/annui

Il dimensionamento ottimale, per ottenere un ottimo ritorno sull'investimento, è quello di installare un impianto che produca mediamente l'energia consumata in un anno. Il consumo medio annuo può essere rilevato sulle bollette dell'Ente Distributore. Partendo da questo dato e in considerazione delle produttività medie, si ottiene la dimensione ottimale. Ad esempio per un consumo di 5.000 kWh annui, al Nord Italia l'ideale sarà un impianto da circa 4,5 kWp.

La condizione iniziale da considerare, è lo spazio che si ha a disposizione. Si consideri che mediamente per ogni kWp installato, sono necessari circa 6-7 metri quadri; per l'esempio soprariportato sono quindi necessari circa 30 metri quadri. In ogni caso, qualora lo spazio a disposizione non fosse sufficiente per installare tutta la potenza necessaria, è comunque sempre conveniente installare anche un impianto più piccolo, considerato che il costo d'acquisto e praticamente proporzionale alla potenza.

Ma quanto costa e in quanto tempo si ripaga?

Preferiamo sempre fornire dati precisi nelle ns.preventivazioni, nelle quali consideriamo tutti gli aspetti: consumi, produttività, costi installattivi, costi indotti di manutenzione ed assicurazione, solo in questo modo riusciamo a fornire un'analisi precisa dei costi e dei ricavi. Un altro fattore che vogliamo sempre evidenziare nell'analisi dei costi, è la qualità dei materiali, Un impianto deve avere un tempo vita medio di 25-30 e garantire in questo periodo un ottimo rendimento, utilizzare materiali di qualità prodotti da aziende con esperienza pluridecennale, diventa una garanzia per avere ritorni sicuri. Considerando che l'acquisto di un impianto può venire finanziato da vari istituti di credito con tassi agevolati e dedicati che in alcuni casi accettano il Conto Energia come garanzia, si può considerare l'impianto: o come forma di investimento che a medio lungo termine (10-15 anni) può dare ottimi guadagni, oppure se finanziato può garantire il risparmio del costo dell'energia elettrica consumata nei primi anni, in quanto il contributo del conto energia servirà a ripagare i mutui stipulati, e successivamente una forma di guadagno.

Per questi motivi chiediamo sempre di contattare i nostri responsabili commerciali, che eseguiranno sopralluoghi e preventivi assolutamente gratuiti ed inoltre un'analisi del costo di investimento, del ritorno economico e del rendimento annuo.




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